Voi la chiamate nebbia.
Io immagino come la mano di un fantasma:
Dita distese da città a città
Dita distese da città a città
Unghie come ombrelli a riparare
La veglia dei dormienti,
Carezza umida che scurisce l'asfalto.
Carezza umida che scurisce l'asfalto.
Degli spettri hai la strafottenza,
Ma non l'ardire di passarci
Attraverso.
E questa mano tesa e guardinga
E questa mano tesa e guardinga
Si leverà domani.
Senza stringere ma,
Senza stringere ma,
Senza colpa alcuna.
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