domenica 23 ottobre 2016

Maree di nomi

Che serve d'altro.
Birra patatine datteri Capossela
Uno zoppicare vecchio di tua madre
Che risparmia i 50 centesimi
E gli occhiali buoni
E il primo scricchiolio del fuoco acceso
E una tovaglia social
Comprata in saldo
Troppo grande
Che intriga le ginocchia
Come la vita ladra
Di tempo
E sentimento
E imbroglia i giorni.
Siamo vecchi, sempre lo siamo
Abbiamo nei sacchi d'immondizia
Scritta la storia 
Delle nostre bugie,
Nelle mani un contorno
Di nomi
Per una marea 
Che conosciamo poco eppure
Mai ci piacque.


venerdì 14 ottobre 2016

Cimice e calzino


Toglimi il cuore
Mettilo nelle tasche
Fai come
Fosse una cimice
Nei calzini
Rammendalo
Declinalo in germogli
Mescolalo agli odori
Dell'inverno
Conserva un'ombra
Di ritegno
Di ribellione
Di decadenza.
Siamo la cimice
Non il calzino.
L'inverno arriva
L'odore del gelo già
Ci lecca le spalle.


domenica 9 ottobre 2016

Scricchiolii d'alba


Lo scricchiolio dell'alba stuzzica
E coccola la notte
Per scacciarla con grazia.
La piega delle nuvole
Si cela dietro le tegole
E fra gli aghi
Di un abete rosso
Gli storni za si preparano
A seminare caos
Sul silenzio di questa domenica mattina
Non sia mai
Che il seme della primavera
Attechisca
Su questo ottobre 
Sentinella che attende la guerra
Di questo inverno con i suoi soldati
Fatti di foglia
Che scricchiola
E d'erba
Che non sussurra più


mercoledì 5 ottobre 2016

Le stelle d'ìnverno


Sono arrivate le stelle d'inverno e hanno 
La solita faccia, 
Di chi meraviglia e si meraviglia. 

Sono arrivate nella spaccatura 
Di buio, tra i tetti delle case, 
Approfittando del fumo dei comignoli 
Che ancora manca. 

Una, più luminosa, 
Ha appoggiato il cappello 
Sul campanile.

Una seconda
Scherzosa, 
Si è infilata fra rami 
Mesti dei cipressi 
Che difendono il cimitero 
E adesso fa cucù. 

Quelle che restano invece no, 
Loro stanno 
Lontane, da noi e una
Dall'altra. 

Qualcuna brilla e sembra 
Mangiarsi le unghie, 
Nervosa, 
ma poi viene mattina e tutto passa, 
Tutto va via, 
E anche la melanconia, finalmente, 
Riposa.


domenica 2 ottobre 2016

Anatre e pesci d'ombra




Lo penso ancora

Domenica.
Sarebbe bello svegliarsi tardi.
Alle otto. Otto e 14 magari.
Con la sveglia che non funziona, ma
Se avesse funzionato
Avrebbe passato i Counting Crows
Con il loro disco.
Il loro disco bellissimo.
D'agosto e di tutto quello che viene dopo.
Sarebbe bello svegliarsi tra i seni nudi di una donna
La luce dalle tapparelle che sputa sui vetri
Delle finestre
I calici da risciacquare
Il telefono carico
Mille cose da fare senza voglia di farle
Una madre che scrive biglietti da lasciarti sul tavolo
Con gli errori d'ortografia
Corretti d'amore
Il libro, comprato, del Sole 24 ore
Il giornale comprato anche
ma non letto, tutte bugie, distorsioni,
Calamite per la cattiveria, l'ignoranza, la vergogna del cuore
Sarebbe bello salutare i cani, i gatti, la tartaruga,
I conigli, le oche, le galline,
Le cimici e le zanzare
Prima d'andarle ad ammazzare
Salutare la pioggia, che cambia i programmi al mondo
E il mondo che non mette in programma la pioggia.
Domenica.
Sarebbe bello mettere Polly Jean, quella cattiva,
Bellissima
Asciutta
Cantare prima in macchina a squarciagola
Di un viaggio senza vento e di sangue
Impazzito
Farsi il caffè, la barba, una sega,
Rifiutare il pranzo familiare
E una scopata a cui nessuno frega
Saltare il pranzo, con biscotti e caffè,
Correre per schiudere le uova,
Ma per guardarle camminare.
Domenica.
Aggrappati alle cose,
Con le unghie appena tagliate
E con le scarpe slacciate, bagnate,
Piene di cose amate calpestate.
Non è giornata, per le discussioni,
Potete morire tutti
Lo dico sempre,
Lo penso ancora.





 

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