domenica 17 aprile 2016

Petto di pollo alla PJH



Dimenticare d'attaccar l'acqua calda prima di andare a correre e sostituire il gatorade (o energade, per i più poveri) con una bottiglia di bianco umbro o di altra regione che termina per vocale. In mutande , sudaticci, porre vicino alla griglia le note di 4-track demos, che tutti credono sia un mini cd di 4 pezzi e invece ne ha 14, uno più acido dell'altro. Dopo aver tagliato zucchini, melanzani e altre eventuali corbellerie, riflettere sull'assoluto seguente concetto "La P.J. Harvey di To bring you my love è la donna con meno seno e più fascino che abbiate mai visto e mai rivedrete". Alla track 4, quando Polly Jean grida che non sapete se alzare il volume o chiamare il 113, girate le verdure e buttate su il pollo, spargendo sulle sue spoglie pepe bianco, sale rosso, peperoncino arancione, in una sorta di tramonto speziato. Abbassate la fiamma, non perché serva, ma per godervi le patatine dell'attesa senapemiele e ascoltare più disco.
Alla track 6 togliete i melanzani, alla 7 i zucchini, alla 8 il pollo, già voltato due canzoni fa. Aggiungete marmellata al peperoncino al centro del piatto e godetevi il resto del cd e del vino mangiando, anche se la notte sta sculacciando la sera e comincia a fare freddo, sulla schiena della vostra età. Eliminate questi effetti pensando che è appena uscito il nuovo PJH e progettando una caipiriña al peperoncino e fragole.


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