domenica 20 settembre 2015

Voinonio

Su quelle montagne, sotto, quelle montagne,
Riposa un mostro grande e gibboso.
La pensavo così, da piccolo, mille anni fa,
E la penso così ancora adesso, anche se non vedo più la coda, o le corna.
E a questa sera pesta, che non regala nulla,
Regalo io tanti mezzi pensieri, uno appeso all'altro, come cani che scopano
Senza coscienza o morale.
Fatevi avanti, miniere di livore,
Protestate ché quello,
Sapete fare, e glorificare, difendere, meravigliare.
Solo quello.
Tutto ciò che ho è una mano di colore
Asso, re, donna, jack, e altri semi
A germogliare nelle mani, senza conoscerne le parodie,
Le precisioni,
I versi obnubilati dall'eccesso.
La grappa, che ha fatto con me una sega, mi interroga e dileggia:
Voi non siete qui, non giudicate.
Voi siete solo ciò che disprezzo, ogni volta che disprezzate.


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Il mostro sul comodino

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