martedì 20 novembre 2007

Pasta di sirene


Ho mangiato la pasta allo scoglio, zeppa di celacanti e sirene
E come urlavano
Bollite
Ma non mi è piaciuta
Troppe lische, troppa poca carne e midollo.
L'ho ingoiata con sorsi di lacrime di seppia
Nere come la notte in cui riposano informi
Ero perso in un sogno di gelatina e pazzia
Mescolavo enormi tir pieni di optional a calamari giganti
Si trasportavano a vicenda
Scendendo sorridenti la ripidità che porta al mare.
E io aspettavo
In mano
Un bicchiere di acqua e sale.
Cercavo di tenere una penna tra le dita
Una bic
Nera
Senza tappo e rosicchiata
Ma non c'era verso che potessi
Per le membrane viscide tra ogni dito.
Mi sono limitato
A mandare a memoria
Quel che le sirene gridavano
A squarciagola
Poi tutto tacque
E mangiai.

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