lunedì 15 ottobre 2007

Tasti da riempire con il dito


Sono stato a Novedrate, alloggiato nell'ex fabbrica dell'IBM, adattata a pseudoscuola. Nelle stanze, piccolissime stanze, c'era una radiosveglia. L'ho riconosciuta. Era la radiosveglia di quando prima non esistevano ancora le radiosveglie e si comprava la prima radiosveglia. Mi capite vero? Non importa. Tanto il bello di parlare da soli e che ci si capisce e che se non ci si capisce nessuno chede di rispiegare o scuote il capo con disappunto. Anche perchè, si sa, il mondo va a rotoli proprio per colpa di chi muove il capo con disappunto, senza fare nient'altro.
Comunque la radiosveglia l'ho riconosciuta. Significa che aveva quasi vent'anni. Era grande come un videoregistratore piccolo e coi tasti grossi che li riempivi a fatica delle dita. Ricordavo ancora il tasto snooze, che tradotto in italiano vuol dire: "schiaccia qui che puoi dormire ancora qualche minuto e poi io ricomincio a suonare, e tu penserai che è un po' più piano, ma sarà solo che sarai un po' più sveglio." Insomma, mi faceva tenerezza quel tastone. E' quasi un peccato che non le facciano più quelle cose grandi con i tasti che si fa fatica, a riempirli del proprio dito.

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